In periodi complicati come questo, al momento di cambiare auto, si riflette molto più a lungo e mai come ora l’usato ci appare seducente. Con un po’ di fortuna ed abilità si può entrare in possesso di una buona auto, magari con pochi chilometri e con la garanzia del concessionario. Ci sono ottime ragioni, sulla carta, per comprare vetture usate, tra queste anche un pizzico di tranquillità in più, quando si parcheggia l’auto all’aperto col rischio di esporla a vandalismi e microcriminalità; alla fine è solo una vettura usata.
Da dove provengono le auto usate?
Chi va da un concessionario per acquistare una vettura usata, molto probabilmente si informerà sulla provenienza, ma non è detto che la risposta che otterrà sia quella corretta. La auto usate provengono per lo più da aste il cui meccanismo è ben illustrato dal servizio delle Iene, nota trasmissione delle reti Mediaset, andato in onda ai primi di dicembre. L’usato, in prevalenza, proviene da flotte aziendali dismesse o da noleggi a lungo termine. Certamente è possibile incappare in modelli di provenienza privata, ceduti a titolo di parziale permuta, in cambio di una nuova vettura. Tuttavia questa prassi incide marginalmente sul parco dell’usato dei concessionari. Per avere un’idea dell’importanza dell’usato nel mercato dell’auto basti sapere che in Italia, nel 2013, sono state vendute circa 2.5 milioni di vetture usate.
Il servizio delle iene.
Il format utilizzato dalle Iene, per le loro inchieste, è ben noto. I loro servizi hanno un taglio giocoso, ma questo non impedisce ai “segugi” delle Iene di andare in profondità nelle inchieste che, non senza qualche rischio, propongono. Nel servizio dell’inizio di dicembre, senza troppi preamboli, l’attenzione delle Iene si è focalizzata sulla vendita delle auto usate in Italia, mettendo in luce una truffa molto in voga tra alcuni concessionari: alterare i contachilometri delle auto in vendita. Per quanto sgradevole, potrebbe trattarsi di una cosa veniale, una bugia, se non fosse che il chilometraggio incide sul prezzo della vettura nell’ordine di migliaia di euro.
Come funziona la truffa.
Il meccanismo della truffa è elementare. È sufficiente taroccare il numero dei chilometri riportati dal tachimetro per gonfiare il prezzo della vettura. Se la truffa di per sé è banale, lo è un po’ meno l’indotto che gira intorno alle auto tarocche; nel biscotto sono coinvolti officine ed elettrauto che si prestano a ridurre i chilometri reali della vettura; tuttavia i più intraprendenti potrebbero farlo in autonomia con l’ausilio di una “app” per smartphone. Si pecca dunque di ottimismo se si spera che la tecnologia ci protegga dalle truffe, anzi.
Come difendersi dalla truffa.
Riconoscere un’auto col chilometraggio taroccato non è semplice. Le aste dell’usato sono riservate ai concessionari e un privato non può accedervi, salvo venire in possesso delle credenziali dei portali in cui queste auto sono disponibili, conoscendo in tal modo ai dati originari della vettura. La pratica di gonfiare il prezzo mediante la modifica del numero dei km reali, funziona così bene che i concessionari sono disposti a pagare somme rilevanti sapendo che potranno rifarsi abbondantemente sul malcapitato acquirente. Pur nella consapevolezza che molti concessionari e commercianti auto sono onesti, ma non conoscendone qualcuno di persona o indirettamente, nell’acquisto di vetture usate conviene affidarsi ai Brand. La notorietà ed il blasone delle principali case automobilistiche sono tali (almeno sulla carta) da sconsigliare qualsivoglia idea di truffa, col conseguente rischio di incrinare un’immagine consolidata e con col rischio di ricadute commerciali disastrose.
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